Miserere sentivo cantare

Noi Michielan Claudio, Tronchin Ivano e Buttignol Elvio del gruppo P.C. A.N.A. di Mogliano Veneto siamo stati contattati telefonicamente dal nostro coordinatore Bruno Crosato chiedendoci se potevamo dare la nostra disponibilità per una missione che ci avrebbe portato a lambire il teatro di guerra dell’Ucraina, e naturalmente come non potevamo dire di sì!!!?

Consisteva nel dare e fare sussistenza ad un gruppo di volontari P.C. autisti tra veneti e lombardi nel trasportare 23 ambulanze donate da varie Associazioni dell’Italia in aiuto alla popolazione ucraina. Il programma inizialmente a parole sembrava tutto semplice, primo viaggio in tre giorni caricare 11 ambulanze consegnarle nella città di Suceava a 7 km dal confine dell’Ucraina e ritornare, ricaricarne altre 12 e ripartire per un totale di 3000 km circa a viaggio. Invece per problemi con la motorizzazione al primo viaggio ne sono state caricate 8 e successivamente le altre 15.

Siamo partiti venerdì 11 marzo in mattinata direzione Campiglia dei Berici per un briefing in sala operativa, la quale ci avrebbe supportato 24h su 24 per tutto il percorso, per poi ripartire con tutta la colonna al centro P.C. di Palmanova per il caricamento. Al mattino successivo anziché partenza alle 5.30 siamo partiti alle 6.30 per attesa di un responsabile del dipartimento P.C. di Roma, che ci avrebbe accompagnato durante tutta la missione. Tappone da Palmanova con arrivo alle ore 02.00 di notte a Baia Mare in Romania per complessivi 1050 km.

Il viaggio è stato lungo anche perché con i camion la velocità è limitata 85/90 km/h e questo secondo tutti noi, i responsabili non l’avevano previsto, e in Romania siccome le autostrade non esistono la velocità media attraversando anche i Carpazi era di 30/40 km/h. Fortunatamente le notti le abbiamo passate in strutture alberghiere al caldo, anziché dormire scomodi nei nostri mezzi al freddo in sacchi a pelo come era stato programmato.

Alla fine siamo arrivati a destinazione a Vama Siret paese di frontiera proprio lungo il confine nella zona franca tra Romania e Ucraina il lunedì mattina, con la presenza del console ucraino sono state scaricate le ambulanze e dopo i doveri burocratici e foto di rito siamo subito ripartiti per il rientro avvenuto martedì sera stanchi ma con un grande orgoglio e soddisfazione. A poche centinaia di metri da noi, si consumava il dramma di centinaia di migliaia di profughi che, dopo aver abbandonato tutto a causa della follia della guerra, cercavano disperati ma dignitosamente un futuro di pace. Già al ritorno il nostro Bruno iniziava ad organizzare il secondo viaggio che noi giustamente e volentieri abbiamo lasciato ad altri alpini.

 

Elvio Buttignol

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